luigi che guarda il telefono

Pensiamo ai telefoni cellulari. Essi sono uno strumento di grande utilità oggi. Ci consentono di sentire persone distanti, inviare messaggi, ricercare informazioni e addirittura di lavorare.

Sono strumenti di enorme comfort. 

E se ti dicessi che non sono altro che il discomfort del domani?

Quando furono lanciati sul mercato i primi dispositivi, la gente impazziva all’idea di possedere una tecnologia in grado di connetterli con parenti lontani o amici. 

Rappresentavano una vera e propria rivoluzione. 

Ma pensa se oggi avessimo tra le mani uno di quei primi dispositivi. Non ce ne faremmo assolutamente nulla. Ci troveremmo a disagio perché incapaci di assecondare tutte le funzioni che il mondo attuale richiede. 

In questo articolo vedremo come il comfort, a dispetto della sua definizione che suggerisce “vita agevole” e quindi maggiore equilibrio e felicità, è la più pericolosa trappola per una vita serena e soddisfacente.

BIANCO O NERO

il comfort tra il bianco e il nero

La nostra vita è scandita da scelte quotidiane, più o meno complesse e importanti. 

Quello che è certo, è che siamo spesso abituati a scegliere tra due opzioni che rappresentano due estremi opposti: o bianco o nero

Come se fossero due poli di una batteria.

Ma l’essere umano è capace di individuare anche la sfumatura di questi due colori: il grigio

Ma cosa c’entra con il comfort?

Quando una persona cerca di evitare un problema o una difficoltà, tende a spostare l’attenzione su qualcosa di meno rilevante o meno problematico. 

Per esempio, supponiamo che una persona abbia problemi a gestire il proprio tempo e non riesca a organizzare le proprie attività in modo efficiente. 

Potrebbe scegliere di affrontare il problema e imparare nuove strategie che possano aiutarla a gestirsi meglio (bianco), oppure desistere e occuparsi di tutt’altro (nero).

Esiste anche una terza via: la persona potrebbe decidere di affrontare solo gli effetti del problema, ovvero rimandare alcune attività o lavorare in maniera più rapida e frenetica (grigio).

Di fatto, si occuperebbe di risolvere solo le urgenze.

Questa strategia potrebbe funzionare temporaneamente, ma il problema di fondo non verrà risolto.

Il risultato che otterrà è il ritrovarsi presto nella medesima situazione aumentando quindi il suo grado di stress e ansia.

Con questo esempio, possiamo affermare che quando sperimentiamo meno problemi non incrementiamo la nostra soddisfazione

Allo stesso modo, più comfort non garantiscono una vita migliore.

Oggi non siamo maggiormente soddisfatti rispetto a coloro che utilizzavano le prime versioni di telefono cellulare.

Quando otteniamo un nuovo comfort (il nuovo smartphone), semplicemente ci adattiamo e le vecchie comodità (la prima versione di telefono cellulare) diventa uno strumento inaccettabile.

Eppure è stato anch’esso una comodità.

Ecco perché, il comfort di oggi rappresenta il discomfort di domani.

Oggi abbiamo tra le mani oggetti che ci rendono la vita apparentemente più facile. Viviamo in ambienti che sembrano rappresentare l’esatta perfezione della comodità. 

Eppure non sono altro che i discomfort di domani. Hai tra le mani uno smartphone che tra poco tempo riterrai inutile e inaccettabile per vivere una vita appagante.

Siamo accecati dalle comodità che ci rendono vittime di un sistema consumistico e mai soddisfacente.

NON SIAMO CONSAPEVOLI 

Avendo visto insieme l’esempio dello smartphone, potrebbe sembraci tutto molto più chiaro. Ma attenzione.

Nella quotidianità siamo ciechi di fronte alla transizione da una comodità a una scomodità. Non ci accorgiamo di nulla.

Ci ritroviamo, a distanza di tempo, a far riemergere un oggetto passato nella nostra mente e definirlo come antico ed estremamente inutile. 

Questo accade a causa della nostra abitudine a possedere ogni genere di comfort. Diventa tutto scontato e non ci si ritrova più in condizioni di disagio

Un tempo, avere un pasto rappresentava una grande soddisfazione. Un luogo dove dormire al riparo ci rendeva felici. Oggi sono tutti elementi che appaiono come garantiti per molti. 

Per questo motivo, ogni comfort che otteniamo attraverso il progresso dell’umanità è come se fosse, paradossalmente, la riduzione del nostro comfort globale

Non c’è più motivo di gioire e sentirsi appagati per un pasto, per un letto in cui dormire, per un telefono di ultima generazione, per un’auto moderna o per un computer.

Ci ritroviamo soltanto tristi e, in molti casi, anche depressi senza sapere effettivamente il perché. 

Ma il perché ce l’abbiamo sotto gli occhi. Basterebbe ridurre il numero di comfort che possediamo e costruirci una vita con molti più discomfort.

Questo approccio ci garantirebbe di affrontare molti più piccoli “problemi” quotidiani da risolvere rendendo la nostra vita più soddisfacente.

ACCOGLIERE I PROBLEMI

un vita appagante non risiede nel comfort

Può spaventare sentirsi dire che la soluzione ai problemi è accoglierli.

Ma dipende che significato diamo noi alla parola accoglienza. Se pensiamo che significhi diventare passivi e farsi travolgere dalle difficoltà ovviamente stiamo commettendo un errore. 

Se, invece, diventiamo consapevoli ma agiamo, tutto cambia.

Il primo passaggio è riconoscere il problema che abbiamo. Accettare che esso può causare disagio o difficoltà e non evitare di affrontarlo.

Questo atteggiamento ci farà sentire molto più rilassati anche in una condizione stress.

In secondo luogo, bisogna comprendere che non sempre è possibile risolvere un problema nell’immediato

Siamo tutti stimolati a toglierci dalla mente il peso che abbiamo nel minor tempo possibile ma saper individuare in maniera oggettiva il momento esatto per agire, ci consentirà di essere efficaci nella risoluzione.

In parallelo alla tempistica, è fondamentale crearsi una mappa mentale delle azioni concrete che possiamo attuare per incidere nel cambiamento.

Sono proprio le azioni che ci permettono di definire nella nostra testa le tempistiche e capire quando è il momento giusto per agire.

Questi due ultimi passaggi ci garantiranno di non procrastinare e di conseguenza non elevare i livelli di stress e ansia.

Spesso potremmo non essere sufficienti a risolvere i nostri problemi. Potremmo aver bisogno di altre persone. 

Chiedere aiuto ad amici, parenti o professionisti è un’arma che dobbiamo tenere sempre in considerazione e non vergognarci di utilizzare.

In questo caso, è evidente come le emozioni spesso possono compromettere l’andamento dei nostri eventi. 

Affrontare i problemi della vita può essere emotivamente molto impegnativo. Raggiungere un grado elevato di consapevolezza delle proprie emozioni, accettarle e provare a gestirle ci consente di costruire una bagaglio di esperienze emotive capaci di fornirci un controllo elevato delle situazioni di difficoltà.

Non a caso, man mano che si cresce si è più preparati ad affrontare situazioni problematiche. Non è merito dei capelli bianchi che spuntano o dei primi acciacchi. 

È merito delle emozioni già sperimentate e quindi conosciute.

Questo aspetto ci rende capaci di individuare in minor tempo la nuova sfida, accogliere velocemente le emozioni che ne derivano e attuare azioni concrete ed efficaci in base ai risultati ottenuti in passato. 

Quindi, quale insegnamento ci portiamo a casa?

Ogni problema è una sfida. Durante la vita ne affrontiamo di difficili e spesso anche di drammatici. Ma nessuno di questi può essere accantonato o procrastinato. 

Devono essere afferrate a pugno duro e affrontate con una chiara strategia che faccia leva su quanto abbiamo appreso nel nostro percorso personale.

Luigi.